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Lo sci a Caspoggio

Tra gli anni ’60 e ’80, Caspoggio divenne simbolo dello sci alpino: seggiovie, piste e competizioni richiamavano turisti italiani e stranieri.

Tra gli anni ’60 e ’80, Caspoggio divenne simbolo dello sci alpino: seggiovie, piste e competizioni richiamavano turisti italiani e stranieri.

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  • Lo sci a Caspoggio
  • Gli anni gloriosi dello sci a Caspoggio sono legati a un periodo di grande sviluppo turistico e sportivo che ha visto il paese emergere negli anni ’60 come una delle destinazioni più apprezzate per gli amanti della neve. Negli anni '70 e '80, il boom dello sci ha favorito il miglioramento delle infrastrutture e la realizzazione di nuovi impianti di risalita: seggiovie e skilift che permettevano di raggiungere agevolmente le piste di discesa e di ospitare prestigiose competizioni nazionali e internazionali di sci alpino. Il periodo d'oro per Caspoggio è stato caratterizzato da una notevole affluenza di turisti provenienti da tutta Italia e anche dall'estero, specialmente dal Regno Unito. Dai primi anni duemila, come molte altre località sciistiche minori, ha dovuto affrontare sfide legate alla concorrenza delle stazioni più grandi e attrezzate e registrare un progressivo rialzo termico che ha causato una sempre maggiore difficoltà di innevamento naturale, concomitanza di fattori che dal 2013 non hanno più consentito a Caspoggio di mantenere viva questa attività.

    Note di viaggio

    L'itinerario parte dalla seggiovia di Caspoggio e prosegue su un comodo sentiero fino a S.Elisabetta. Da qui si segue la strada che porta a S.Antonio fino a imboccare il sentiero che passa per la Motta di caspoggio prima di raggiungere Piazzo cavalli. Si scende passando dai maggenghi di S.Antonio e Curada fino a tornare a Caspoggio. 

    Il tracciato è pensato per essere percorso a piedi, ma è possibile farlo anche in bicicletta con alcune piccole varianti. Segue sentieri comodi e ben tracciati e copre una lunghezza di circa 9 km per un dislivello approssimativo di 750 m e un tempo di percorrenza di circa 4 ore. 

    3 punti di interesse
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    Curiosità

    collegamenti per un buon racconto

    Lo Sci Club Topolino di Rolly Marchi // “Caspoggio è venuto dopo, ovviamente, quando avevo già messo in piedi il Trofeo Topolino. La gara si disputava praticamente senza uno sci club omonimo e quando Mondadori mi esortò a costituirlo, voleva che lo facessi a Cortina, al Sestriere, un luogo Vip insomma degno della Casa Editrice. Mi opposi fermamente: «Voglio trovare un paese dove abbiano bisogno di noi, dobbiamo fondare, dare e lasciare il segno.» Mi ricordai di Bruno Angellini, allenatore pignolo quanto bravo. Insegnava a Caspoggio, gli telefonai, alla seconda chiamata l’accordo era già fatto. Era l’autunno 1963. Non dimentico il primo incontro. Schierati davanti alla stazione della seggiovia una quarantina di ragazzini - quattro le femminucce - di fronte al sindaco Agnelli, al parroco don Tettamanti, ai fratelli Bracelli, Innocenzo Pegorari e quel buon uomo insostituibile che fu il dottor Anchise Avanzi, milanese con il cuore in quel Poggio. Naturalmente il comandante della compagnia era Bruno Angelini che mi presentò ai “bocia” con appropriate parole dialettali. I più mi osservavano smarriti, come fossi stato Billy Kid o Tom Mix. Portavo infatti il mio cappello da cow-boy, emblema, come si sa, datomi da Walt Disney a Squaw Valley tre anni prima. I ragazzini avevano gli occhi giusti e li incoraggiai, tornai da loro con 50 paia di sci e il maglione rosso con la T nera. Tre mesi dopo Teo Fabi, già bravissimo anche per la ricchezza del papà, Giancarlo Bruseghini e Enrico Negrini vinsero clamorosamente le tre categorie del Trofeo Topolino. La storia di Caspoggio-sci sarebbe molto lunga e interessante, ma non è questo il momento di raccontarla tutta. È stata molto entusiasmante quanto sfortunata: i più dotati non hanno raggiunto i traguardi che meritavano. Ilario Pegorari è morto in Nuova Zelanda dopo esser stato uno slalomista di Coppa del Mondo, Enrico Negrini e Elio Presazzi si sono ritirati dall’agonismo per infortunio, per varie ragioni nessuno è salito nell’Olimpo dei grandi. Ma belle pagine sono state scritte e la storia resta”. Rolly Marchi

     

    Quando la neve era troppa // Quando le nevicate erano troppo abbondanti e i gatti delle nevi non riuscivano a mantenere le piste agibili, entravano in gioco gli alunni delle scuole elementari. I bambini, allora numerosi, venivano chiamati a battere le piste da sci a piedi, contribuendo attivamente alla vita della stazione sciistica locale. In cambio del loro impegno, i giovani del paese potevano sciare gratis. Anche gli adulti che mettevano a disposizione i loro terreni per le piste da sci godevano di un beneficio: non pagavano il biglietto di accesso agli impianti. Di fatto, quasi tutta la popolazione di Caspoggio sciava gratuitamente.

    Parla l'esperto
    Ugo Agnelli

    Gli anni gloriosi dello sci a Caspoggio

    A partire dal 1959 lo sviluppo degli impianti e la conseguente realizzazione delle piste da sci hanno reso Caspoggio una stazione invernale capitale dello sci d’agonismo. Il periodo d’oro è iniziato nel 1967 con la realizzazione della pista Dosso dei Galli e del relativo impianto di risalita, è proseguita nel 1972 con l’installazione dello skilift della Ferla (pista del Sole) e culminata, dieci anni dopo, con la realizzazione dello ski-lift S. Elisabetta-S. Antonio (pista avanzi-Motta). Tra i residenti e turisti che amano Caspoggio è ancora vivo il ricordo dell’interminabile discesa con gli sci della pista Dosso dei Galli, seguita dalla pista del Sole e dall’Avanzi-Motta fino a S. Elisabetta. Si tirava il fiato con la risalita in ski-lift fino a S. Antonio e per concludere, si scendeva a Caspoggio lungo la pista Custéra, con il ripido “muro” finale che terminava a fianco della stazione di partenza della seggiovia. Un rilevante contributo alle attività sciistiche di Caspoggio va senz’altro attribuito all’appassionato intervento di Anchise Avanzi, a cui è stata dedicata una delle piste. Nel frattempo arrivarono i primi maestri di sci: Innocenzo Pegorari, Leone Bracelli, Piero Presazzi e, in seguito, molti altri. I maestri stabilirono un sodalizio con le scuole elementari di Caspoggio offrendo lezioni di ginnastica gratuite, due pomeriggi la settimana, a tutti gli alunni. Anche gli impianti di risalita erano gratuiti per permettere ai ragazzi di imparare a sciare. I più dotati entravano nella squadra agonistica, ma le attrezzature già allora costavano e molte famiglie di Caspoggio non se le potevano permettere: era quindi necessario trovare degli sponsor. Nel 1964 Leone Bracelli e Bruno Angelini andarono presso la ditta Colmar di Monza, a cercare finanziamenti. Il direttore della Colmar accettò di fare da sponsor. Quest’ultimo era amico di Rolly Marchi, giornalista sportivo e creatore nel 1957, con Mike Bongiorno, del Trofeo Topolino di sci e che fondò nel 1963, lo “Sci Club Topolino”, con sede agonistica a Caspoggio. Rolly era bravissimo nell’individuare e nell’incoraggiare i giovani talenti e nel motivarli con i trofei ideati per le categorie giovanili. Regalò ai piccoli atleti di Caspoggio 50 paia di sci e il maglione rosso con la T di Topolino. Bruno Angelini, direttore della scuola sci, diverrà nel 1970 allenatore della Squadra Nazionale femminile di sci, così come Mario Cotelli, suo giovane aiutante, diverrà Commissario Tecnico della Squadra maschile, la mitica “Valanga Azzurra”. In quegli anni Caspoggio divenne in poco tempo una delle più rinomate stazioni sciistiche, grazie all’organizzazione di competizioni internazionali di prestigio, ma anche come culla di futuri campioni di sci. Infatti, sulle orme di una prima generazione di sciatori che si fecero onore in competizioni importanti, costituita da Leone Bracelli, Innocenzo Pegorari, Franco Pegorari e Piero Presazzi, nacque un nutrito gruppo di campioncini, al punto che l’allora commissario delle squadre nazionali Jean Vuarnet fece visita a Caspoggio incuriosito dal fatto che in un paese così piccolo si fossero qualificati, alle selezioni per la squadra nazionale, ben cinque ragazzi: Bruno Bruseghini, Giancarlo Bruseghini, Enzo Bruseghini, Enrico Negrini e Ilario Pegorari. Questi giovani dopo aver primeggiato nei vari trofei Vanoni, Topolino, Corriere dei Piccoli, Saette Coca-Cola, Campionati italiani e studenteschi, raggiunsero un prestigioso traguardo: la Squadra Nazionale di sci alpino. Oltre alle gare giovanili si fecero tutti onore successivamente con piazzamenti e vittorie in competizioni nazionali e internazionali. Sul finire degli anni Settanta si misero in evidenza tre giovani sciatori caspoggini: Tiziana Bracelli, Germano Pegorari ed Elio Presazzi. 

    Nel frattempo Giuseppe Pegorari, atleta della nazionale, gareggiava con successo nella specialità del chilometro lanciato. Dal 1976 al 1978 fece parte della Nazionale anche Vinicio Negrini. A metà degli anni Ottanta si sono distinti altri giovani: Alfio Bruseghini, Marco Agnelli, Giampaolo Agnelli, Uberto Presazzi. A dicembre del 1977 Elio Presazzi subisce un grave infortunio durante una discesa libera in Coppa del Mondo in Val Gardena che lo costringerà al ritiro dall’agonismo. Diventerà istruttore nazionale dei maestri di sci e allenatore federale della squadra femminile delle Alpi Centrali. Terminata l’attività agonistica, Ilario Pegorari divenne allenatore della Squadra Nazionale maschile di slalom. Nel 1982, durante gli allenamenti estivi con gli atleti in Nuova Zelanda, perse la vita in un incidente stradale. Tante altre caspoggine e molti caspoggini meriterebbero un cenno, ricordiamo per tutti Nicole Agnelli medaglia d’argento ai Mondiali Juniores di Roccaraso nel 2012. In Coppa Europa ha ottenuto cinque podi: nel 2014 prima in slalom a Soldeau, un secondo e tre terzi posti. Ha partecipato a numerose gare di Coppa del Mondo. 

    Tratto da: Comune di Caspoggio, Biblioteca Comunale, Gli anni gloriosi dello sci a Caspoggio negli anni ’60 e ’70 [a cura di]: Gloria Bricalli, Franco Manfredi, Elena Negrini, Milena Negrini] Paolo Valenti, Sci in Valtellina, Lyasis, Lito-Polaris Sondrio 1994 Germano Pegorari e Elio Presazzi

    Per approfondire

    Bibliografia

    Agnelli U., Valmalenco, dalle Contrade ai maggenghi, secondo volume. Lito Polaris, 2024.

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