I Giuelèè erano gli umili cavatori della Valmalenco, uomini temprati dalla fatica che, ogni mattina all’alba, salivano a piedi verso il Giovello, sopra Chiesa in Valmalenco, indossando zoccoli di legno o vecchie scarpe rattoppate. Sfregati dal freddo, dall'umidità e dalla polvere delle cave, affrontavano giornate massacranti. Il pranzo era spesso solo polenta e formaggio scimüt, consumato al freddo in una baracca. Il mestiere si imparava appena finita le scuola elementare; i ragazzi seguivano il padre, il nonno, il fratello, prima prestando piccoli servigi (come imparare a forgiare gli attrezzi) per poi cimentarsi con il lavoro di minatore, cavatore e picca pietre. Con l’arrivo della polvere da sparo, la mancanza di competenze tecniche causò gravi incidenti e vittime sul lavoro. Per questo, i Giuelèè fondarono un fondo di mutuo soccorso per sostenere le famiglie colpite dalle disgrazie e bisognose d'aiuto.