Negli ultimi cinque anni, il ghiacciaio del Ventina ha mostrato un preoccupante arretramento, confermando un trend regressivo ormai consolidato da decenni. Tra il 2019 e il 2024, il fronte del ghiacciaio si è ritirato di circa 80-100 metri, con variazioni annuali legate alle condizioni meteorologiche stagionali, in particolare alle sempre più frequenti e intense ondate di calore estive.
Le estati del 2022 e 2023, caratterizzate da temperature superiori alla media e prolungati periodi di siccità, hanno contribuito in modo significativo alla perdita di massa glaciale. Il ritiro è chiaramente visibile a occhio nudo: la morena frontale si è abbassata e ampie porzioni del ghiaccio, un tempo compatto, sono oggi sostituite da detriti rocciosi.
Le cause principali del fenomeno sono riconducibili al cambiamento climatico globale: l’aumento delle temperature medie, la diminuzione delle precipitazioni nevose invernali e la maggiore incidenza della radiazione solare riducono la capacità del ghiacciaio di rigenerarsi attraverso l'accumulo nevoso.
Il ritiro del ghiacciaio del Ventina rappresenta un indicatore tangibile degli effetti del riscaldamento globale sulle aree montane alpine e sottolinea l’urgenza di azioni concrete per la mitigazione climatica