I due forni // C’era un forno privato a bedòi e uno in Casa Cao a cà flém, a cui ricorrevano pure gli abitanti di Case Piazzo; a cà guarést non v’era alcun forno.
Gli orti // L’erto versante terrazzato a occidente della contrada era coltivato a ortaggi dagli abitanti di Bedoglio.
Le stalle // Quelle di cà flém e bedòi erano tutte a sud-est della contrada, sulla mulattiera per Case Piazzo, nel luogo detto vè ai stàlä.
31 famiglie // Le famiglie della contrada erano così suddivise nei tre gruppi di case: a bedòi diciassette famiglie: quattro Flematti i cui componenti erano soprannominati fuiadénä e pëdòlä, una Varisto detta i ciatèlä, cinque Flematti detti i zècä, due Del Maffeo detti i pèrëch, una Del Maffeo detti i fèlës (famiglia di noti calzolai che intorno al 1911 gestiva pure un’osteria), una Del Maffeo detti pédróni, una Marveggio fiuràt, una Svanotti gagìn e una Scilironi senza soprannome di famiglia, proveniente dalla contrada Piazzo; a cà guarèst nove famiglie, di cui cinque Svanotti detti i giòorsc, tre Varisto detti tachìn e zepìn, una Flematti derivata dagli ustinö́; a cà flém v’erano cinque famiglie: una di cognome Cao detta i cauìn; una Varisto detta i rëmagin; due Flematti detti i ustinö́, una Del Maffeo, senza soprannome.
Soprannomi // I soprannomi generici per tutti gli abitanti della contrada erano: mazzagàt (= ammazza gatti) e bö́li (= spavaldi).
Il capitello di Bedoglio // È un’antica edicola, con tracce d’affresco effigiante la Madonna, e circostante erto pendio terrazzato esposto a ovest già destinato a prati e campi, ora ridotto a sterpeto, sul lato a monte della mulattiera Bedoglio-Piazzo, a quota 939-940 m, a una cinquantina di metri dal fabbricato più meridionale di Bedoglio. La cappellina conteneva un crocifisso in ferro battuto. Nella sentenza arbitrale 7-5-1844 si legge: “...al capitello del Bedojo...”.