Questo elegante quanto fragile minerale fu trovato nel 1902, per la prima volta al mondo, in una miniera di amianto ai Dossi di Franscia.
Il Prof. Luigi Brugnatelli lo riconobbe come nuova specie che dedicò all’amico e collega Artini il quale, qualche anno più tardi, ricambiò la stima chiamando brugnatellite un altro minerale, anche questo scoperto in Valmalenco per la prima volta al mondo.
Ma il primato andò in fumo. Dopo più di mezzo secolo, a seguito di indagini con nuove tecnologie, fu stabilito che la brugnatellite non era una specie valida in quanto corrisponde a coalingite.
Rimane però il nome in quanto il campione analizzato è andato distrutto durante gli eventi bellici di Milano.
Un’altra località degna di nota è Rocca di Castellaccio, individuata all’inizio degli anni Cinquanta dal Prof. F. Grazioli, instancabile scopritore di nuovi e interessanti siti.
Carbonato idrato di magnesio, l’artinite si presenta in ciuffi e aggregati globulari composti da cristalli aghiformi bianchi e sericei, con dimensioni attorno a 1 cm, solo eccezionalmente di misure superiori.
Assieme a tante altre specie affini, compare nelle fessure a carbonati che attraversano le serpentiniti.
La sua genesi è avvenuta dopo il metamorfismo (cioè in tempi geologicamente recenti) a seguito della precipitazione del carbonato di magnesio dalle circolanti soluzioni sature che circolavano nelle fessure.