Le misurazioni delle temperature medie annue registrate a Sils Maria, in Engadina, evidenziano un costante aumento delle temperature a partire dalla fine del XIX secolo, interrotto solo da brevi fasi temporaneamente più fredde.
Tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento, le Alpi attraversarono una di queste fasi, caratterizzata da abbondanti precipitazioni nevose, che si verificavano persino nei mesi estivi, come luglio e agosto.
Questo raffreddamento climatico ha favorito l’ultima significativa avanzata del Ghiacciaio del Ventina nel XX secolo.
Grazie alle rilevazioni glaciologiche, sappiamo che tra il 1973 e il 1989, la fronte del ghiacciaio avanzò di oltre 115 metri, con un picco di 77 metri tra il 1972 e il 1978. Un evento eccezionale, in netta controtendenza rispetto al continuo arretramento che interessa i ghiacciai alpini fin dalla seconda metà dell’Ottocento.
Questa fase di temporanea espansione è un esempio chiave per comprendere quanto i ghiacciai alpini siano sensibili anche a variazioni climatiche di breve durata, e sottolinea l'importanza del monitoraggio glaciologico come strumento essenziale per studiare i cambiamenti climatici in alta quota.