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Pizzo Scalino

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  • nel percorso Il Pizzo Scalino
    Raggiungibile a: Piedi

    Situato nelle alpi Retiche, il Pizzo Scalino (3323 m slm) svetta formando una piramide che domina l'alta Valmalenco, della quale è uno dei simboli più conosciuti. Ai piedi del versante ovest, adagiato su un altipiano pascolativo abbellito da dalla piana di Campagneda e dalle caratteristiche baite è posta l’incantevole Alpe Prabello. Non si tratta di una cima solo malenca, perché il suo sguardo si volge a sud alla Val Painale e a sud-est all’ampio anfiteatro della Val Fontana. Il suo sguardo settentrionale incontra invece l’angolo nord-orientale della Val Lanterna, verso il quale si stende la Vedretta del Pizzo Scalino, che scende fino alle soglie del passo di Canciano, sul confine elvetico. La prima ascensione ufficiale alla vetta fu compiuta da Tuckett e Brown, con le guide Almer e Andermatten, il 22 giugno 1866, che vi rinvennero un segnale topografico posizionato prima del 1833 da topografi lombardi al servizio austriaco, incaricati di compilare la carta topografica del territorio Lombardo Veneto.

    Parla l'esperto
    Ugo Agnelli

    La croce voluta da Papa Leone XIII

    Nel 1900, in occasione dell'Anno Santo, molte comunità montane italiane posero croci e monumenti a Cristo Redentore sulle vette delle proprie montagne. Questa iniziativa, voluta dal Papa Leone XIII, si inseriva in un movimento più ampio di innalzamento di simboli religiosi sulle vette, che aveva avuto inizio decenni prima. L'obiettivo era quello di celebrare il Giubileo e commemorare i secoli trascorsi dalla nascita di Gesù. Una delle croci innalzate fu, il 9 agosto 1902, quella del Pizzo Scalino, a 3323 metri di quota. La croce risulta essere stata realizzata dalle Ferrerie di Dongo ed è alta 6 m con braccia di 3 m. Il peso della croce è di 430 kg e quello delle corde di ancoraggio di circa 200; il complessivo è dunque di 6 quintali. L’ammontare della spesa per il posizionamento della croce fu di 280 lire. Il materiale fu portato a spalla dal Cornetto (dov’era giunto a dorso di mulo) da Pasquale Dioli, Giovanni Negrini e Placido Miotti, tutti di Caspoggio. Nel mezzo della croce è inserita una tabella in ottone recante la scritta: “Caspoggio in omaggio a Cristo Redentore, nel principio del secolo XX”. Il 12 agosto si tenne la solenne inaugurazione. Nell’archivio della Sezione Valtellinese del C.A.I. è riportato il ricordo della giornata di inaugurazione della croce sullo Scalino, scritto dal rag. Pietro Cesati del C.A.I. Milano “Sul Pizzo Scalino, il piccolo Cervino della Valmalenco (Valtellina) venne inaugurata il 12 agosto p.p. [scorso] una gran croce in ferro di metri sei per tre per opera di un comitato formatosi a Caspoggio, piccolo e grazioso paese ai piedi del pizzo stesso. Presero parte all’inaugurazione quasi 300 persone, per la maggior parte abitanti della Val Malenco e della Valtellina e qualche villeggiante. Numeroso il concorso dei sacerdoti della valle, anche di quelli anziani. C’erano perfino, e giunsero benissimo sulla vetta, due sposini di Caspoggio che avevano già festeggiato da un anno le nozze d’oro! Meraviglioso lo spettacolo delle numerose comitive giungenti alla spicciolata; destava vivissimo compiacimento il vedere tante persone superare le non poche difficoltà alpinistiche della salita, giacché si dovette attraversare il vasto ghiacciaio del Pizzo Scalino, sul versante settentrionale, solcato da molti crepacci profondi, poi arrampicarsi sulla roccia piuttosto friabile per superare l’ultima piramide di forma slanciata la quale, vista dal villaggio di Chiesa, ricorda la forma del Cervino non mancandovi neanche una piccola parete strapiombante. Sulla vetta, la temperatura mitissima e l’assenza assoluta del vento permisero che tutti potessero fermarsi per quasi tre ore ad assistere alla Messa di inaugurazione, poi a rifocillarsi alquanto ed ammirare la veduta splendida che si godeva in quella nitidissima giornata; magnifici perché assai vicini presentavansi il Bernina a nord ed il Disgrazia a ovest coi loro satelliti. Il sottoscritto, che ebbe l’occasione di prender parte a così ben riuscita festa, quale rappresentante della sezione di Milano, ringrazia i promotori per le gentilezze d’ogni sorta a cui fu fatto segno.”

    Tratto da: Sagliani E. Pizzo Scalino, un simbolo malenco, edito da CAI Valmalenco 2005. - Picceni S.M., Bergomi G., MasaA. [a cura di], Inventario dei toponimi Valtellinesi e Valchiavennaschi, territorio Comune di Lanzada, vol. 21. Edito da Società storica Valtellinese, Sondrio 1994 - Archivio Parrocchiale di Caspoggio.

    Curiosità

    collegamenti per un buon racconto

    Le prime ascensioni 

    1830 circa. La prima ascensione non ufficiale (mancando i nomi e la data) alla vetta del Pizzo Scalino avvenne a opera di topografi lombardi al servizio austriaco, che vi posizionarono un segnale trigonometrico, necessario per redarre la Carta Topografica del Regno Lombardo-Veneto, costruita su misure astronomico-trigonometriche ed incisa a Milano nell'Istituto Geografico Militare dell'I.R. Stato Maggiore Generale Austriaco. La carta è stata pubblicata nell'anno 1833, perciò l’ascensione è precedente a quella data. 

    1866. La prima ascensione ufficiale. I primi alpinisti che conquistarono la vetta furono Francis Fox Tuckett (1834-1913) già primo salitore del Monte Bianco per la via San Gervais e il banchiere britannico Frederick August Jeats (1837-1925), socio del CAI Firenze, con le guide alpine elvetiche Christian Almer (1826-1898) e Franz Andermatten (1126-1883). L’équipe scelta, tutti esperti scalatori con rilevanti ascensioni su tutto l’arco alpino e in particolare nel gruppo del Monte Bianco, raggiunsero la vetta del Pizzo Scalino, provenienti da Poschiavo attraverso il Passo Canciano, metri 2500 e risalendo tutta la vedretta dello Scalino fino alla spalla sud-est e quindi al culmine. 

    1873. La prima ascensione italiana. Il 15 agosto 1872 viene fondata la Sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano sotto l’esperta guida del suo primo presidente, Conte Luigi Torelli di Villa di Tirano. Si formò immediatamente il primo nucleo di scalatori composto da: Dott. Alessandro Rossi, Ing. Giacomo Orsatti, Ing. G.B. Sertoli, ingegner Francesco Fojanini, Antonio Cederna e Dott. Linneo Corti, [padre del famoso alpinista e fotografo Alfredo]. L’ascensione al Pizzo Scalino, salendo dal Painale, e il canto di apertura della sezione valtellinese, venne effettuata nell’agosto 1873 da Rossi, Foianini e Orsatti. (1)

     

    Luogo di supremo incanto // “Per raggiungere il Pizzo Scalino conviene partire alle ore 16 e pernottare a Prabello, meta di pittori e luogo di supremo incanto. Raggiunto Pizzo Scalino nelle prime ore del mattino seguente, l’occhio domina un mondo senza confini: dalle punte dell’Adamello al Gruppo del Bernina, dall’imponente mole del Disgrazia all’Engadina, dalle Alpi Bergamasche ai monti della Svizzera è tutto un dolce errar di sguardi insaziati. Tornando a Chiesa, prima di sera, quelli che si ritrovano par siano piccoli uomini e noi par d’essere giganti” (2)

    (1) Tratto da: Ezio Pavesi, Val Malenco, Cappelli editore 1969.

    (2) Tratto da: Giuseppe Martorano, Valmalenco, Milano 1924.

    Per approfondire

    Documenti
    Il Pizzo Scalino.pdf

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