Pietra ollare è un termine generico che indica vari tipi di rocce aventi in comune la caratteristica di essere tenere, resistenti al calore e facilmente lavorabili per essere trasformate in recipienti e altri manufatti. I giacimenti di pietra ollare, in Valmalenco, sono geneticamente legati alle serpentiniti, queste sono rocce formatesi durante l’orogenesi Alpina dal metamorfismo di originarie peridotiti del mantello terrestre.
La carta geologica mostra la notevole estensione in affioramento delle Serpentiniti della Valmalenco sul territorio della valle omonima (circa 170 km2). Nella carta è riportata la localizzazione delle principali zone estrattive di pietra ollare nel comune di Lanzada (Valbrutta, Valle dell’Ua) e nel comune di Chiesa in Valmalenco (Ui, Pirlo, Valle Giumellino). Dal punto di vista minerario si possono distinguere in Valmalenco due tipi di pietra ollare che corrispondono, dal punto di vista petrografico, a due diversi tipi di roccia:
CLORITOSCISTO (pietra ollare verde): costituisce filoni e lenti irregolari di spessore metrico inclusi nelle serpentiniti derivati da trasformazioni metamorfiche alpine di originari filoni gabbrici. Il cloritoscisto è una roccia composta quasi esclusivamente da clorite (oltre il 90%), in misura nettamente inferiore sono presenti magnetite, apatite, talco, epidoto, diopside e ilmenite. La pietra ollare verde è diffusa soprattutto sul territorio del comune Chiesa in Valmalenco. La clorite che compone la pietra ollare verde risulta essere una varietà ferrifera di clinocloro (ripidolite) con formula chimica (Mg, Fe+2) 9Al6Si5O20 (OH) 16, appartenente al gruppo dei fillosilicati. Questo minerale è caratterizzato da abito cristallino lamellare, colore verde scuro, elevata tenerezza (grado 2 - 2 1/2 nella scala Mohs di durezza dei minerali, può essere scalfito molto facilmente con un temperino).
TALCOSCISTO-STEATITE (pietra ollare grigia): costituisce filoni inclusi nelle serpentiniti lungo linee di frattura preesistenti in seguito a circolazione di fluidi idrotermali in fasi tardive dell’Orogenesi Alpina. Il talcoscisto, o steatite quando più compatta e priva di scistosità, è una roccia composta in prevalenza da talco, in subordine è presente magnesite, dolomite, clorite, magnetite e antigorite. La pietra ollare grigia è diffusa prevalentemente sul territorio del comune di Lanzada. Il talco è un minerale con formula chimica Mg3[(OH)2Si4O10], appartenente al gruppo dei fillosilicati. Tale minerale è caratterizzato da abito cristallino lamellare, colore bianco verdastro, untuoso al tatto, tenerissimo (costituisce il primo termine della scala Mohs di durezza dei minerali e può essere scalfito molto facilmente con un’unghia). La pietra ollare presente sul territorio della Valmalenco ha dato luogo allo sviluppo di una storica attività estrattiva che dall’antichità si è protratta fino ai giorni nostri. Attualmente è ancora attiva una cava di pietra ollare verde (cloritoscisto) in località Ui nel comune di Chiesa in Valmalenco. L’attività estrattiva della pietra ollare sul territorio del comune di Lanzada si è sviluppata soprattutto nella località Valbrutta: cave Muntagnëra e cave Sü la Rivä. Queste zone sono attraversate da un importante filone di talcoscisto-steatite, con giacitura sub-verticale e direzione all’incirca est-ovest, affiorante in superficie in più punti. Una piccola lente di cloritoscisto (pietra ollare verde) è stata coltivata nella Valle dell’Ua tra le quote 1320 e 1335 m s.l.m.. I resti di una cava di pietra ollare grigia si trovano sulla bocchetta del Cingiásc a quota 1900 m s.l.m.. Ciò che resta delle antiche cave di pietra ollare è attualmente riconoscibile sul terreno dagli inconfondibili segni che testimoniano la tradizionale tecnica di estrazione del ciapùn e dagli scavi prodotti in avanzamento sul fronte con il tipico piccone a due punte asìsc. La coltivazione del filone di pietra ollare si concentrava nella parte affiorante e più superficiale dello stesso. I resti delle antiche cave mostrano che la coltivazione si sviluppava sia a cielo aperto, con scavo di profonde trincee che seguivano il filone a partire dalla superficie, sia in sotterraneo con scavo di anguste gallerie tróne profonde fino ad un centinaio di metri. E’ interessante osservare che la pietra ollare grigia estratta e lavorata in passato nel territorio del comune di Lanzada si identifica con i giacimenti di talco grigio o “steatite” che, attualmente, rappresentano un’importante risorsa mineraria in Valmalenco con miniere in piena attività nella produzione di talco. Questo particolare aspetto fa capire come la stessa concentrazione di minerali o rocce può costituire, nel corso del tempo, diversi tipi di giacimenti minerari e, di conseguenza, diversi tipi di cave o miniere.